Storia,  Tradizioni

Gli altarini di San Giuseppe a Pantelleria

 

 

san giuseppe
Foto di: Maria Concetta Ferrandes

 

Ancora oggi a distanza di secoli, nella nostra isola di Pantelleria, vigono tradizioni legate al sentimento religioso e di devozione ai Santi.

Ne sono testimonianza gli altarini di S. Giuseppe, che in occasione di questa festività, vengono realizzati nelle case di quanti sono devoti al Santo per avere ricevuto qualche grazia particolare. È questo ancora un modo per esternare la propria fede, mista a credenze che sicuramente trovano la loro continuità in un contesto che vive ancora nella semplicità e si affida ai segnali che riceve dalla natura. La costruzione degli altarini di S. Giuseppe, è davvero un’opera di architettura che mani esperte ed estro riescono a creare con materiali semplici, ma impreziositi da quanto è possibile ancora ritrovare nei bauli delle nonne.

 

 

 

Altarini di San Giuseppe

 

Dopo aver costruito i gradini in legno, essi vengono rivestiti con i giroletti di pizzo, poi alzate le colonne e ricoperte di raso e tulle, raccordati da archi di ferro, rivestiti di carta riccia colorata e impreziositi da fiorellini di carta, creati dalla fantasia e da mani esperte di donne capaci.

Tutto il vicinato partecipa alla costruzione e all’addobbo degli altarini, offrendo chi le statue o i vasi di ceramica colorate da mettere ai lati dell’altare, chi offre le primizie dell’orto come le fave o i cedri, frutti di alberi che maestosi crescono nei giardini arabi, i piatti di “Seminato” d’orzo o frumento, fatti germogliare al buio dei magazzini.

Il giorno della festività di S. Giuseppe, tutta la comunità, dopo aver assistito alla S. Messa e partecipato alla processione del Santo, visita tutti gli altarini presenti nel territorio: si fanno apprezzamenti sulla loro fattura, si scambiano le visite e ci si sente uniti dagli stessi sentimenti di appartenenza. Si riceve il rosmarino benedetto e i famosi “Panuzzi” che vengono conservati per devozione, anch’essi benedetti dal Parroco.

Una tradizione questa che sicuramente va tutelata, perché ancora oggi manifesta l’anima di un popolo che nei limiti imposti dalla propria insularità, trova sempre il modo di esternare il proprio essere “Panteschi”.

 

 

 

 

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